Seguendo i suggerimenti dati da Bacon di inserire nella trama urbana
preesistente nuove strutture in un recupero che rispetti l'ontologia* stessa del lavoro di
“rinnovo del conservato”, Sauer, nel suo intervento usa questo
doppio registro e riesce ad ottenere un'alta densità abitativa,
mantenendo la struttura urbana preesistente.
Allontanandosi dai princìpi funzionalisti volti alla riproduzione e
alla sovrapposizione di un pacchetto “modello”, con la sua triade
cellula-pacchetto abitativo-edificio continuamente variabile e
adattabile, Sauer sfrutta in modo funzionale le caratteristiche degli
spazi, rileggendo di fatto le pratiche progettuali razionaliste.
Analizzando gli elementi concettuali che compongono il suo progetto
finale**, possiamo riconoscergli una differente modalità di
intendere il movimento urbano moderno: le finalità funzionali si
inseriscono in una rete aperta alle specifiche esigenze di quella
determinata area progettuale.
Funzionale, variabile e adattabile possono,
dunque, essere sicuramente assunte come le tre direttrici analitiche
dell'opera di Sauer.
* Più chiaramente, ci si riferisce al senso primario del recupero volto al mantenimento della parte esistente.
** Si vedano i 4 punti su cui si fonda il progetto:
- continuità del perimetro esterno a difesa della variazione spaziale degli spazi interni pedonali e collettivi;
- articolazione anche formale di diversi fronti per aderire alle scale diverse di fruizione su cui insistono;
- inserimento di parcheggi sotterranei nella parte più bassa dell'isolato;
- localizzazione su due dei fronti esterni di ampie case a schiera.
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