domenica 15 luglio 2012
giovedì 12 luglio 2012
martedì 26 giugno 2012
lunedì 25 giugno 2012
domenica 20 maggio 2012
Testimonial_Marco Guazzone & STAG
Marco Guazzone & STAG per Residence in Music
L'incontro con Marco Guazzone è stato utile per capire quali sono le esigenze di un musicista. Si è dimostrato molto disponibile e pronto per altri incontri. Ha apprezzato molto l'idea e dimostrato interesse per l'evoluzione progettuale.
Aspettando gli sviluppi di questa collaborazione vi auguro un buon ascolto.
Diagramma a blocchi
Sono qui analizzate le connessione tra gli ambienti.
Le connessioni forti sono quelle tra gli spazi in stretto rapporto tra loro come ad esempio la piazza con il giardino ed il a bar, ma anche, le sale prove con lo studio registrazione.
Le connessioni medie sono dettate in alcuni casi dal programma funzionale.
Le connessioni deboli sono quelle che collegano spazi non ha stretto contatto.
Residence in Music_Descrizione
Il bang è la sovrapposizione di
rappresentazioni di diversi “momenti psicologici”, una stratificazione emotiva.
Il progetto tenta di rappresentare le
fasi della composizione creativa.
Si parte dal secondo livello interrato
che è la metafora dell'introspezione. É la raffigurazione del
“residuo”, è tutto ciò che abbiamo dentro, è il nostro vissuto
e le nostre emozioni. Un lungo corridoio sinuoso e viscerale che si
snoda tra gli ambienti in cui le idee prenderanno forma.
Salendo al livello successivo si
trovano gli alloggi. Gli ambienti sono distribuiti da una terrazza,
siamo nel “momento dell'elaborazione". É lo spazio concepito per
la singolarità. Non sono rifugi, ma la presa di coscienza
dell'unicità personale. Singolarità ed unicità messe a confronto tra loro negli spazi comuni, pensati principalmente per il relax
degli ospiti del residence, ma anche, come punti di incontro.
Ultima livello è il livello strada, il
verde. È il "momento della condivisione". Questo livello è stato
progettato rispetto all'uso attuale dei cittadini di questo lembo di terra.
Il tentativo è quello di migliorare l'uso del verde e unirlo alle
attività inserite al di sotto del giardino.
Al giardino è stato aggiunto un bar per dare un punto di ritrovo per la zona e per avere una struttura di raccordo per i piani inferiori.
I monolocali sono dieci e sono di 35 mq l'uno. L'inclinazione data ha il duplice scopo di avere l'esposizione solare migliore ed inoltre, di creare delle piccole zone pertinenziali per ogni alloggio.
Alcune stanze saranno riservate al "Circolo degli Artisti", come stipulato negli incontri.
La sala relax, che prevede arredi per la lettura e la conversazione, può trasformarsi in una sala conferenze, richiesta anche questa del partner sopracitato.
Gli studi di registrazione sono stati progettati in base a modelli di altri studi attivi. (di seguito alcuni link di riferimento)
Le aree relax sono state consigliate sia dal partner che dal testimonial Marco Guazzone (https://www.facebook.com/marcoguazzone), sottolineando l'importanza di questi spazi durante una sessione di lavoro.
Per quanto riguarda il laboratorio creativo, è stata soddisfatta la richiesta del "Circolo degli Artisti" che era mancante di uno spazio per artisti, così da completare la loro offerta.
Residence in Music cerca di rispettare l'ambiente e sfrutta sia gli elementi naturali che antropici.
Per produrre elettricità si sfrutta l'energia geotermica attraverso pompe di calore. http://www.ilportaledelsole.it/index.asp?id_pagina=0132&avanti=true&cat=0025
L'altra metodologia, invece, è ancora in fase sperimentale. Si tratta del T-box, un brevetto italiano che sfrutta l'energia eolica prodotta dallo spostamento d'aria provocato dal passaggio dei treni. http://www.mondoecoblog.com/2011/04/13/produrre-energia-dal-passaggio-dei-treni-t-box-il-dispositivo-made-in-italy/
Oltre alla produzione, si è attenti anche nel risparmio. Si prevede l'uso di un ascensore a recupero energia e dei Solatube per l'illuminazione giornaliera degli ambienti interrati.
giovedì 17 maggio 2012
Alain de Botton - Architettura e Felicità
ci serve un rifugio per puntellare i nostri stati mentali, perchè spesso il mondo ci rema contro
(ve ne consiglio la lettura)
(ve ne consiglio la lettura)
mercoledì 9 maggio 2012
martedì 8 maggio 2012
Contesto_Griglia2_Livelli
Questa seconda griglia si
rivolge al rapporto tra le quote e gli elementi caratteristici
dell'area.
Ho definito, dunque, due
livelli: uno in via casilina, su cui si poggia l'acquedotto; l'altro
costituito dal vallo della ferrovia.
Tra i due si viene a
formare un vuoto, coerente con l'idea di riempirlo al fine di
riallacciare i due livelli e sfruttare uno spazio che, altrimenti,
resterebbe inutilizzato.
Contesto_Griglia1_inPianta
Questa griglia studia in
pianta i rapporti con gli elementi che circondano il lotto.
La disposizione delle case
lungo via di casilina vecchia mi hanno guidato nella distribuzione
degli alloggi seminterrati; ho, infatti colorato in rosso il
possibile “prolungamento”.
Il ponte (marcato con una
linea gialla) mi ha fatto pensare alle connessioni, indicandomi il
punto in cui sistemare l'apparato connettivo della struttura.
Con le linee azzurre ho
voluto segnalare la vista dal livello strada, punto forte del lotto
che ho scelto.
Sono tracciati anche
l'acquedotto e la ferrovia regionale, che delimitano su due lati
l'area di progetto.
Piccolo divertimento, la
lettura di uno spartito musicale sui binari della linea
roma-giardinetti.
Contesto_Connesso_
Connettere piccoli spazi
residuali per comporre un percorso tematico che leghi l'archeologia
alla musica. L'acquedotto verrà visto non solo come monumento della
Roma antica, ma anche come testimonianza di un storia recente che ha
interessato la zona del Mandrione dal '43 fino alla fine degli anni
'70.
I resti degli alloggi
degli sfollati della Città bombardata sono ben visibili, ma per
nulla valorizzati. Ne deriva l'intento di riqualificare queste aree
in modo da offrire dei punti d'incontro, delle “soste”, dove sarà
possibile organizzare performance musicali o eventi culturali. Questa
riqualificazione potrà ridare dignità all'acquedotto e mantenere
viva la memoria di una Roma già dimenticata.
Mettere a sistema questi
spazi significa, quindi, dare un nuovo carattere all'intero
quartiere, usando la musica come driving force.
Il percorso parte
idealmente dalla fermata della linea C di Piazza Lodi, attualmente in
costruzione, per rafforzare la connessione con il resto della città.
La prima delle quattro
tappe fondamentali è il “Circolo degli Artisti”, locale ben noto
ai giovani e conosciuto anche a livello internazionale.
Lasciato il locale, si
incontrano le prime due soste (1 e 2).
Arriviamo, quindi, al
“Residence in Music” che, oltre ad offrire alloggi ai musicisti e
spazi ed essi dedicati, può ospitare chiunque voglia usufruire del
servizio o del quartiere.
Seguendo l'acquedotto, si
arriva all'urban void 44 in cui ho pensato di inserire un laboratorio
per la costruzione di strumenti musicali.
Lunga “sosta” al
margine della strada per osservare più da vicino i segni di vite
passate e poi passeggiata alla volta dell'ultima tappa del percorsa, ossia la sosta 4.
domenica 22 aprile 2012
Bang!
Stratificare per riempire un vuoto... come?
Godibile (performance) - livello strada
parole chiave: Convivenza, Casualità, Condivisione
Elaborazione (composizione) - primo livello seminterrato
parole chiave: Serialità, Armonia
Residuo (momento riflessivo / creativo) - secondo livello interrato
parole chiave: Incognita, Sorpresa, Ingegno
Ingegno + Serialità + Armonia = Musica = Driving Force
Sauer vs. Me_Concept a confronto
Osservando la pianta dell'intervento di Sauer emergono degli elementi comuni alla mia idea progettuale.
Come mostro nello schizzo, ricomponendo verticalmente l'impostazione concentrica di "Penn's Landing Square", si può identificare il concept del mio "Residence in Music". La stratificazione si attuerebbe per suoli * sovrapposti non entrando in conflitto con il concetto di case basse legate alla strada e inscindibili da essa.
Inoltre, rileggo il low rise-high density come less space-more density pensando gli alloggi come elementi modulari di piccole dimensioni che sfruttano al massimo il lotto scelto.
*I livelli del progetto (descritti nel post successivo "Bang!") posso considerasi dei veri strati indipendenti, ognuno di essi può essere definito "suolo" della propria funzione.
Come mostro nello schizzo, ricomponendo verticalmente l'impostazione concentrica di "Penn's Landing Square", si può identificare il concept del mio "Residence in Music". La stratificazione si attuerebbe per suoli * sovrapposti non entrando in conflitto con il concetto di case basse legate alla strada e inscindibili da essa.
Inoltre, rileggo il low rise-high density come less space-more density pensando gli alloggi come elementi modulari di piccole dimensioni che sfruttano al massimo il lotto scelto.
*I livelli del progetto (descritti nel post successivo "Bang!") posso considerasi dei veri strati indipendenti, ognuno di essi può essere definito "suolo" della propria funzione.
Louis Sauer - Penn's Landing Square, Society Hill, Philadelphia
Seguendo i suggerimenti dati da Bacon di inserire nella trama urbana
preesistente nuove strutture in un recupero che rispetti l'ontologia* stessa del lavoro di
“rinnovo del conservato”, Sauer, nel suo intervento usa questo
doppio registro e riesce ad ottenere un'alta densità abitativa,
mantenendo la struttura urbana preesistente.
Allontanandosi dai princìpi funzionalisti volti alla riproduzione e
alla sovrapposizione di un pacchetto “modello”, con la sua triade
cellula-pacchetto abitativo-edificio continuamente variabile e
adattabile, Sauer sfrutta in modo funzionale le caratteristiche degli
spazi, rileggendo di fatto le pratiche progettuali razionaliste.
Analizzando gli elementi concettuali che compongono il suo progetto
finale**, possiamo riconoscergli una differente modalità di
intendere il movimento urbano moderno: le finalità funzionali si
inseriscono in una rete aperta alle specifiche esigenze di quella
determinata area progettuale.
Funzionale, variabile e adattabile possono,
dunque, essere sicuramente assunte come le tre direttrici analitiche
dell'opera di Sauer.
* Più chiaramente, ci si riferisce al senso primario del recupero volto al mantenimento della parte esistente.
** Si vedano i 4 punti su cui si fonda il progetto:
- continuità del perimetro esterno a difesa della variazione spaziale degli spazi interni pedonali e collettivi;
- articolazione anche formale di diversi fronti per aderire alle scale diverse di fruizione su cui insistono;
- inserimento di parcheggi sotterranei nella parte più bassa dell'isolato;
- localizzazione su due dei fronti esterni di ampie case a schiera.
Gli anni del Big Bang
Siamo nell'epoca che segue la
rifondazione post-bellica, si vive tra i due blocchi, il terziario è
cresciuto notevolmente (nel 1956 negli Stati Uniti gli addetti a
questo settore superano i lavoratori dell'industri e dell'agricoltura
sommati assieme), l'uomo arriva sulla Luna. La società è diventata
di massa, ne conseguono nuove opportunità e nuovi problemi.
L'arte si interessa all'attualità,
volge lo sguardo al quotidiano, non più con l'occhio neorealista
dell'immediato dopoguerra, ma “pop”. L'artista riusa gli oggetti
popolari (ad esempio, un barattolo di zuppa) per sovvertire le regole
del gusto, esaltando a volte la loro bruttezza kitsch.
Gli architetti del tempo non rimangono
estranei al cambiamento. Per l'architettura inizia l'era
“anti-funzionalista”. In Gran Bretagna, nel 1961, nasce la
rivista “Archigram” che propone idee nuove usando la tecnica del
“collage”, ibridazione di generi: fumetto, pubblicità, cinema e
televisione. Rappresentano lo slancio ottimista delle nuove
possibilità della società contemporanea. In Giappone, i
Metabolisti, si concentrano sulle continue mutazioni delle metropoli.
Si esplorano nuovi temi e diversi approcci alle città e alle parti
che la compongono.
Si arriva quindi al vero “Big Bang”.
L'architettura perde il suo carattere disciplinare tradizionale per
lasciarsi influenzare e motivare dagli elementi più disparati. Può
essere attratta dalla scienze esatte o dalle discipline artistiche,
da ragionamenti economici o filosofici. La storia diventa un
importante attrattore, “della storia non si può fare a meno”, è
un campo di cui l'architetto deve tener conto e a cui attingere per
esprimere la loro eccentricità e singolarità. Viene negato il
metodo “tabula rasa” dei funzionalisti che ragionando in termini
industriali non avevano bisogno di un passato, tant'è che al Bauhaus
non si insegnava la storia dell'arte. Dalle analisi delle grandi
architetture del passato si desumono delle leggi con cui strutturare
nuovi progetti o con le quali dialogare.
Da questa dialettica emergono anche
delle esperienze personali, figure singolari che approfondiscono dei
loro concetti elaborando una loro personale architettura, è il caso
di Paolo Soleri e della sua “Arcologia” (architettura e ecologia)
o di Giovanni Michelucci. In questo contesto è importante lo studio
sul paesaggio metropolitano, del pittore Constant Nieuwenhuys con la
sua “New Babylon”.
Il problema maggiore emerso
dall'analisi dell'opera post-bellica è la pianificazione urbana. A
distanza di più di un decennio dalla costruzione dei nuovi quartieri
e delle periferie, sono evidenti i difetti degli interventi basati
sui i principi dei CIAM e della Carta di Atene. Le città pensate
come assemblaggio di macchine perfette, ossia le abitazioni
funzionaliste, non riescono a sopportare le esigenze di una società
in continua trasformazione. É proprio Constant che scrive sulle
città:
“La mancanza totale di soluzioni ludiche
nell'organizzazione della vita sociale impedisce all'urbanistica di
elevarsi al livello della creazione, e l'aspetto squallido e sterile
della maggior parte dei nuovi quartieri ne è un'atroce
testimonianza”.
Le città non possono più essere ragionate solo in termini
quantitativi, si deve progettare per l'Homo
Lundens
(dal titolo del libro di J. Huizinga), ossia l'uomo del tempo libero.
La prima critica alla Carta d'Atene è di non aver osato, i progetti
non erano abbastanza forti, non erano estremi. Si pensano quindi a
strutture d'impatto che si pongano in relazione/contrasto con il
paesaggio. Grandi edifici che prediligono il cemento armato di gusto
brutalista. Sono le cosiddette “magastrutture”. Organismi basati
sulla sezione a galleria o della gradinata, nascono gli streetdecks.
Le più famose sono: il Corviale di Roma (1972-79) , Forte Quezzi di
Genova (1956-68), Alexadra Road House di Londra (1968-72). Questo
estremismo risulta inefficace poiché il risultato è un totale
“scollamento” tra gli edifici e lo spazio urbano, ed inoltre
portano alla luce il fallimento di una logica industriale nei
confronti di situazioni complesse.
Ci
si interroga quindi su quale sia il modo di vivere nelle città, le
relazioni tra esistente e preesistente, quali siano le ricadute
psicosociali delle scelte progettuali. Smithson nel 1982, riassume
così questa riflessione:
“L'architettura
non offre semplicemente lo sondo per le relazioni esistenti, ma le
può creare. É una forza attiva della vita stessa. Non è più
sufficiente “ fare degli edifici”, dobbiamo crearli in modo tale
che diano significato allo spazio attorno ad essi nel contesto
dell'intera cominità”.
Si
progetta prendendo in considerazione molti parametri, come ad esempio
l'orografia, che Giancarlo de Carlo usa per il suo collegio
universitario di Urbino o il Siedlungen Halen a Berna dell'Atelier 5.
Si osserva il tessuto e quindi il contesto. Un edifici non viene più
considerato un vassoio su cui poggiare un volume puro. Si arriva al
concetto di “scena urbana” e alla definizione dello spazio
pubblico. Aldo Rossi scrive “l'architettura della città”, ogni
architettura è di per se stessa una prefigurazione di un fatto
urbano. Ogni architettura è forma indipendentemente dalla funzione.
martedì 10 aprile 2012
Un luogo del cuore_Cimitero acattolico alla Piramide Cestia
Spontaneità: gli elementi che compongono questa porzione del cimitero sono progettati singolarmente e in epoche molto distanti, il progetto finale nasce spontaneamente.
Convivenza: epoche, stili, materiali sono tutti gli elementi eterogenei che si combinano perfettamente
Casualità: le tombe sembrano posizionate in modo casuale dando maggior naturalezza al luogo
Conseguenza: la storia e gli eventi hanno creato un luogo unico
domenica 1 aprile 2012
sabato 31 marzo 2012
mercoledì 28 marzo 2012
domenica 25 marzo 2012
Programma_proposta B_RailwayArtLab
Living = -
Create = Laboratori d’arte / sala prove / studio di registrazione
Exchange = Bar / Vendita articoli tematici / studio di registrazione
Infrastructure = verde attrezzato / area wi-fi
Rebuilding nature = Mantenimento della superficie verde
L’intento è quello di creare degli spazi totalmente a disposione della creatività degli utenti.
Dal semplice fai da te a veri e propri atelier, dalla sala per imparare a suonare allo studio di registrazione,
ossia l’arte in ogni sua forma e ad ogni livello.
Programma_proposta A_Music in Residence
Living = residenze temporanee per musicisti
Create = sala di registrazione / sala prove
Exchange = Bar / sala di registrazione
Infrastructure = verde attrezzato / area wi-fi
Rebuilding nature = Mantenimento della superficie verde
La vicinanza del “Circolo degli Artisti”, noto locale della night life romana, conosciuto anche a livello nazionale,
ha ispirato l’idea di un residence che possa ospitare gli artisti che si esibiscono nel sovracitato club.
Da qui si è pensato poi di offrire un centro che oltre al pernottamento permetta ai musicisti di provare e registrare i loro brani.
Questa del “dormitorio creativo” è una tipologia diffusa nel mondo dell’arte figurativa
(si veda l’esempio del Pastificio Cerere)
ma assente nel mondo musicale.
venerdì 23 marzo 2012
mercoledì 21 marzo 2012
lunedì 19 marzo 2012
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